Warlord: se devo citare un gruppo a cui calza a pennello la definizione di “Cult Band” mi vengono subito in mente loro! Poche uscite, vita travagliata, lontani dal mainstream e con un trademark perfettamente riconoscibile tramite la loro musica e il loro iconico logo. Andiamo a scoprirli insieme al nostro reporter d’assalto Mr.Fulvio!
WARLORD, UNA GARANZIA
Esce un nuovo disco dei Warlord e questa potrebbe anche non essere una gran notizia. Dopo i fasti degli anni ’80, due sono già stati gli episodi di ritorno sulle scene: nel 2002 e nel 2013. Questa volta però sembra diverso: la base di partenza, come in una sorta di tributo, sono alcune antiche idee e linee melodiche impostate su demo tapes dal fondatore e leader indiscusso Bill Tsamis, venuto a mancare nel 2021.
L’ “Hype” che precede l’uscita del disco è inoltre alimentato dalla copertina evocativa del mitico esordio “Deliver Us” (1983) e dal primo ottimo singolo Conquerors. Quanto basta per tuffarsi nell’ascolto dell’album appena disponibile e per condividerne le impressioni, precedute da poche ma fondamentali informazioni sulla band.
WARLORD, CENNI STORICI
I Warlord vedono la luce in California nel 1981, fondati da Bill Tsamis (chitarra) e Mark Zonder (batteria). Questo binomio accompagnerà la storia del gruppo fino ai giorni nostri, travalicando anche la scomparsa dello stesso Tsamis. La formazione è a cinque elementi con i componenti che utilizzano gli pseudonimi Damien King (voce), Destroyer (chitarra), The Raven (basso), Sentinel (tastiere) e Thunderchild (batteria). Il loro esordio è un mini LP, “Deliver Us” del 1983, considerato a ragione una pietra miliare del nascente movimento epic metal.
Ci troviamo però di fronte a qualcosa di diverso dalla ridondante opulenza dei Manowar o dal filone “epico/eroico” di gruppi coevi come i Virgin Steele. L’approccio dei Warlord è più scarno, essenziale, con armonie ed arpeggi che richiamano alla mente atmosfere medievaleggianti. L’ascolto del brano “Deliver Us from Evil” può spiegare, più di tante parole, il come ed il perché siano diventati una band di culto con un solo EP di sei pezzi.
SECONDO ALBUM E DECLINO
Il secondo lavoro “And the Cannons of Destruction have Begun…” del 1984 non riuscì a ripetere i fasti dell’esordio. Il mio pensiero è che la fanbase fu spiazzata dalla scelta di registrare l’album come un live senza pubblico, inserendo tra l’altro ben quattro dei sei brani già presenti sul precedente EP. Prima dell’album uscì la versione home video, e di fatto non ci fu la percezione che fosse realmente concepito come un nuovo lavoro in studio ma che fosse quasi una specie di colonna sonora.
Il conseguente declino e alcuni problemi di formazione decretarono lo scioglimento del gruppo nel 1985. Dopo lo scioglimento Bill Tsamis diede vita al progetto Lordian Guard, con la moglie alle vocals, che portò alla luce alcuni brani pensati per un ipotetico nuovo, mai edito, album dei Warlord. Il batterista Mark Zonder trovò invece fortuna nei Fates Warning, altra band di assoluto rilievo.
Gli anni 2000 vedranno due tentativi di reunion con relativi album (“Rising Out of the Ashes” nel 2002 e “The Holy Empire” nel 2013) che, pur essendo dei discreti lavori, non lasceranno più di tanto il segno. Nel 2021, come già accennato, viene a mancare Bill Tsamis. Nel 2023 nuova reunion con nuovo album a maggio 2024 in memoria e tributo al chitarrista fondatore
WARLORD: FREE SPIRIT SOAR
Il nuovo album è preceduto dallo sterile chiacchiericcio riguardo l’opportunità di utilizzo del nome Warlord e delle composizioni del compianto B. Tsamis. Personalmente lascio queste dispute alle sedi opportune e ad altri contesti. Quindi “Let the music do the talking”!
E qui mi trovo in difficoltà, sentendo l’esigenza di ripetuti ascolti (più del solito…) per focalizzare meglio cosa mi abbia un po’ spiazzato al primo impatto.
Intendiamoci, il lavoro è degno di nota ma, dalle premesse sulla sua natura e sul suo scopo, mi aspettavo qualcosa di diverso, forse a torto.
In effetti completare a posteriori le antiche idee di chi non c’è più per farle diventare brani compiuti si porta dietro il rischio di alterare la proposta iniziale. Mi permetto una metafora gastronomica: al ristorante non mi sento particolarmente attratto da piatti della tradizione con il suffisso “rivisitato” o “a modo mio” o “2.0”. Sono magari buonissimi, ma non hanno quel gusto che cerco con una certa nostalgia.
Il mio primo indiziato è la produzione, scagionata però subito dopo gli ascolti in cuffia e su casse hi-fi: sincera, pulita, con tutti gli strumenti in giusta evidenza e ben amalgamati, nulla da eccepire. Ripetendo gli ascolti inizio ad entrare in sintonia con i brani e l’indice di gradimento sale. Sento mancare solo quella essenzialità istintiva dei primi Warlord, quei ritmi di batteria magari complessi ma a tratti “tribaleggianti” uniti alle melodie semplici ma azzeccate e vincenti. Forse è solo sbagliato cercare questo ad oltre 40 anni di distanza.
VIDEO
Concludo che l’unico elemento a cui è necessario assuefarsi sono le tastiere a volte troppo presenti e riempitive: il passato melodic metal del tastierista Jimmy Valdo ha sicuramente avuto voce in capitolo. In definitiva solo un po’ troppa panna sulla cioccolata quando la preferisco senza: pace è fatta. Volendo citare i tratti salienti l’album apre e chiude con due pezzi già dei Lordian Guard che si rivelano anche tra i più interessanti ed evocativi del lotto: apre la decisamente epic metal “Behold a Pale Horse” e chiude “Revelation XIX, più articolata con una lunga intro e successivo crescendo.
In mezzo il resto offre pezzi più old school come “Worms of the Earth” e la Title track, inframmezzati da titoli a tastiera preminente come “The Rider” e “The Watchman, o a trazione power metal come il gradevolissimo primo singolo “Conquerors”. Degna di nota anche “The Bell Tolls” guidata da riff e ritornello decisamente ispirati.
CONCLUSIONI DI MR.FULVIO
“Free Spirit Soar” è un disco che, a mio modo di vedere, centra l’obiettivo di onorare la memoria di Bill Tsamis e di preservare il suo prezioso operato. E’ sicuramente necessario un processo di metabolizzazione aggiuntivo per chi parte dalla consapevolezza dei Warlord di Deliver Us, mentre è più semplice per chi li approccia per la prima volta, trovandosi semplicemente alle prese con un ottimo disco di di epic power. Consigliatissimo a tutti e…non fermatevi al primo ascolto.
And the Cannons of Destruction have Begun…Once Again!
Cristina il 6 Giugno 2024
Salve .. ma gli warlord non fanno più il concerti?
Mic DJ il 6 Giugno 2024
ciao, le ultime notizie che si hanno tramite comunicato stampa della band è che intraprenderanno un numero limitato di concerti nel 2024 per celebrare la memoria del chitarrista fondatore William J. Tsamis, scomparso nel maggio 2021. Ad oggi di confermato in Italia cè il 15 Settembre 2024, al METALITALIA.COM FESTIVAL: Death SS + Cirith Ungol + Warlord + Night Demon. Si terrà presso Trezzo Sull’Adda (MI)