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Sadist, intervista con la band

today31 Marzo 2025 45 1 5

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I Sadist sono ormai una vera istituzione nel panorama Death Metal mondiale. Un genere che la band ha da subito interpretato in maniera personale in un epoca pionieristica. Ho avuto la fortuna di poter fare una piccola intervista scritta con la band, perciò mettetevi comodi e buona lettura!

SADIST, PAROLA ALLA BAND

MDJ: Come nascono i Sadist?

Tommy: i Sadist nascono ad inizio anni 90 nello stesso modo in cui nascevano le band metal all’epoca. Una manciata di diciottenni sociopatici che si incontrano e cercano di mettere a reddito il loro disagio! Nel caso specifico, io ed Andy, il bassista originario, riuscimmo molto presto a trovare una qualche sorta di affinità artistica. Questo equilibrio tra di noi si tradusse, nel giro di relativamente pochi mesi, in molti dei brani che poi sarebbero comparsi sull’album di debutto “Above The Light”.

MDJ: Parlaci un poco della scena Death Metal Italiana a inizio anni 90.

Trevor: Era un altro mondo, assolutamente diverso. La rete in questo senso ha rappresentato una svolta storica. Certamente c’era più connessione tra le band, nonostante i mezzi a disposizione fossero pochi. Forse proprio per questo si sfruttavano fino in fondo le occasioni. Quando parlo di mondo diverso, intendo vivere appieno le sensazioni, senza per forza di cose pensare al secondo fine.

Non mi piace questa società ma non voglio vivere da vittima. Ho imparato a dare il giusto peso alle cose, con l’età impari. Negli anni 90 non eravamo così in tanti a suonare death metal in Italia. Ci si conosceva tutti, e di certo il mondo correva meno. Ormai da qualche tempo è tutto mordi e fuggi. Sembra che non abbiamo più un attimo per godere delle cose.

sadist

SADIST, IMPATTO SULLA SCENA

MDJ: I Sadist a mio avviso hanno dato una netta sterzata alla scena Death italiana. Vi sentite portavoce di quel grande cambiamento?

Tommy: questa consapevolezza è arrivata molto tempo dopo, più o meno con la diffusione domestica di internet. Prima era difficile avere il polso della situazione. Anche se fin dalla nostra formazione abbiamo sempre girato molto in Europa, nessuno veniva a dirci che “Above The Light” era una delle pietre miliari di un nuovo genere musicale, che all’epoca nessuno sapeva neanche come si dovesse chiamare!

Non dimentichiamo poi che alcune band più o meno riconducibili al death tecnico o progressivo, all’epoca non vennero accolte esattamente in modo trionfalistico. Su tutte i Cynic, probabilmente una delle tre band davvero seminali di questo tipo di metal estremo. Insomma, nel tempo, grazie anche alla diffusione del world wide web, la gente ha cominciato a rivalutare band come Cynic, Pestilence, ed appunto anche Sadist.

BABYLONIA E DIFFICOLTA’

MDJ: Ricordo di avervi sentiti la prima volta nel 1996 al Balylonia di Ponderano. Come ricordate quel concerto?

Trevor: Cavolo sono passati 30 anni, non farmici pensare! Il Babylonia di Biella è stato per un lungo periodo un punto fermo per la musica live in Italia. Era uno dei locali di punta, molte produzioni metal e non solo sono passate dal Babylonia. Ricordo bene quel concerto, a breve uscì il nostro terzo album “Crust”. infatti, in quella serata furono presentati alcuni brani presenti sull’imminente nuovo disco. E’ davvero un peccato aver visto chiudere il Babylonia, così come molti altri live club. Oggi i locali fanno sempre più fatica, ahimè è davvero durissima!

MDJ: Quale è stato il periodo più difficile per il gruppo?

Trevor: Sicuramente dopo l’uscita di “Lego” abbiamo vissuto un periodo difficile, a dimostrazione la lunga pausa riflessiva. Sono fasi normali per una band, talvolta utili a farti ripartire nel migliore dei modi, con la giusta spinta, e così è stato. Sono gli errori a farti migliorare, è importante saperli trasformare in qualcosa di utile.

sadist

RICORDI ED INFLUENZE

MDJ: Come sono state le esperienze ai Gods of Metal in cui avete partecipato?

Trevor: Suonare in certe situazioni è bellissimo, per tanti motivi. Condividere il palco con le band con cui sei cresciuto è pazzesco, essere un metalheads è anche questo. Ho ascoltato e ascolto tuttora CD e vinili di Iron Maiden, Black Sabbath, R.J. Dio, Slayer, Metallica, Pantera, ecc. Inutile dire che trovarti nel backstage con loro è molto emozionante. Amo tutti i processi legati alla musica, anche se il calore del pubblico, è la mia unica droga!

MDJ: Il lavoro paga sempre: di album in album il nome Sadist è ormai consolidato a livello mondiale. Come vivete questa cosa?

Tommy: la cosa per noi fondamentale è cercare di realizzare musica interessante, che piaccia soprattutto a noi, che siamo i primi fan della band! Credo che l’etica del lavoro alla lunga paghi, e consapevoli del fatto che la nostra proposta musicale non è per le grandi masse, cerchiamo di offrire ogni volta qualcosa di diverso dal resto delle proposte musicali in ambito rock e metal.

MDJ: Quali sono state le vostre principali influenze?

Tommy: le più disparate, dal prog settantiano al death californiano di fine anni 80, spesso il tutto rivisitato in chiave barocca. Un musicista è una spugna, assorbe stimoli dal mondo che lo circonda e lo traduce in composizioni musicali. Queste si vanno ad innestare in un percorso che è in continua crescita. Se mettiamo a confronto l’album di debutto con “Something To Pierce”, nonostante il primo fosse ancora piuttosto acerbo, non si può non notare una continuità stilistica, seppur mutuata dallo scorrere del tempo.

RIFLESSIONI FINALI

MDJ: Progetti per il futuro?

Tommy: ci stiamo concentrando sul breve e medio termine, alcuni festival estivi ed un tour europeo a fine estate che stiamo ancora definendo, e poi si vedrà.

MDJ: Sei (o siete) su un’isola deserta, ovviamente con solo uno stereo a disposizione. Quale sarebbe l’album che ti (vi) porteresti dietro (solo uno!)?

Trevor: Questa è pura cattiveria, sei spietato! Un solo album è davvero difficile poter rispondere. Avrei tanti nomi da fare, ma essendo solo uno ti direi “Individual Thought Patterns” dei grandissimi Death, quell’album racchiude: brutalità, melodia, idee, ma soprattutto ipertecnicismi mai fini a sé stessi.

Grazie per lo spazio concessoci, un abbraccio a tutti. In alto il nostro saluto, Stay Brutal!

Scritto da: Mic DJ

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