La notizia è ufficiale, Kane Roberts torna alla corte di zio Alice Cooper. Il rambo della chitarra fa un salto alle origini, unendosi a chi lo rese davvero famoso! Ma chi conosce davvero questo grande artista? Andiamo insieme a scoprire cosa c’è sotto quella mole di muscoli.
KANE ROBERTS, REAZIONI
Strana razza quella dei rockers, o metallari per dir si voglia. Ho appreso del ritorno di Kane Roberts nella band di zio Alice girovagando su internet. Ovviamente ho approfondito, cercando di capire. Pochi giorni prima furono pubblicati diversi post riguardanti il passaggio di Nita Strauss dalla band di Alice a quella di Demi Lovato. Da qui si annunzia che ci sarebbe stato il ritorno del mitico Rambo della sei corde: ho letto con interesse articoletti vari e successivi commenti. Il 95% di questi recitavano “Kane Robets è un tamarro”, “Non si può vedere” o “Come siamo caduti in basso”.
Strana razza dicevo: il metallaro che da del tamarro ad un altro “metallaro” (messo tra virgolette perchè è troppo limitativo come epiteto). Cioè non è che il look tipico del metal kids sia un connubio tra stile ed amplomb tipicamente British. Pantalone strappato, magliette di band varie, chiodo, scarponi stile Frankenstein, capelli come capita… e da del tamarro a Kane Roberts.
Che poi anche la cara Nita Strauss non è che fosse la Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, anche lei era bella trucida.
ORIGINI
Robert William Athis nasce a Boston il 16 Gennaio del 1962. Fin da giovanissimo è attratto dalla musica, non riesce a starne senza. La vera folgorazione avvenne con la scoperta di Hendrix e Led Zeppelin, che lo fecero innamorare del rock. Fonda la sua prima band alle scuole superiori ma non ne fu soddisfatto. Così, dopo alcuni anni alla Boston University, Roberts venne accettato al conservatorio musicale del New England. Qui si dedicò allo studio della musica classica. Dopo questa esperienza, si spostò in quel di New York dove fondò la rock band Criminal Justice.
KANE ROBERTS & ALICE COOPER
Proprio grazie ai Criminal Justice conosce il mitico zio Alice, avendo aperto con la band alcuni suoi concerti. Cooper è un marpione, conosce bene il music businness e sa che quando la bravura va di pari passo con la presenza scenica il botto è assicurato. Così, una volta arruolato il muscoloso talento delle sei corde, i due si misero al lavoro per scrivere gran parte dei pezzi che andranno a costituire “Constrictor”.
Era il 1986 quando vide la luce l’album in questione, il quale segna il ritorno di Alice sulle scene dopo tre anni di silenzio. Al mixer c’era il buon Michael Wagener, che riuscì a far suonare come dio comanda il platter. L’arrivo di Kane segnò un brusco cambio di sound nella discografia di Alice Cooper, virando su un genere decisamente più metal oriented. Roberts si dimostra altresì poliedrico, suonando, oltre la chitarra, anche tutte le tastiere e cantando i cori dell’album, nonché alcune parti di basso e batteria.
L’anno seguente vede le stampe quel capolavoro di “Raise Your Fist and Yell”. Il sound è ancora più tagliente del precedente album e la qualità dei brani superiore. Kane Roberts si occupa di tutta la parte musicale, regalando al mondo perle come “Prince of Darkness”.
Il chitarrista iniziò ad avere troppo poco tempo a disposizione e decise di seguire la sua carriera solista, ma non prima di regalarci una perla che resterà nella storia. Sull’album Trash, del 1989, trova posto “Bed of Nails”, ultimo pezzo scritto e suonato da Roberts per Alice Cooper.
LO SPETTACOLO LIVE
I live di Alice sono sempre stati teatrali: negli anni settanta metteva in scena uno spettacolo d’autore collegato alle sue canzoni. Con l’arrivo della nuova decade, e con un sound nuovo di zecca, gli spettacoli evolsero verso un genere horror-splatter, che anche cinematograficamente andava alla grande. Il palco era nuovo, colmo di effetti e non passava assolutamente inosservato questo enorme chitarrista che sfoggiava chitarre a forma di mitragliatrice e un look identico a quello di Rambo. Spesso se ne stava in alto, in cima a passerelle, perché la sua presenza scenica era incredibile. Quando capitava che si muovesse sul palco, Alice Cooper scompariva letteralmente: visivamente era la metà di Roberts.
Ma a parte l’aspetto puramente estetico saltava alle orecchie la classe cristallina che aveva alla sei corde. Assoli perfetti, non una nota fuori posto e padronanza assoluta di qualsiasi tecnica chitarristica. Basti sentire le esecuzioni live del pezzo “The world needs guts” per farsi un’idea.
KANE ROBERTS, CARRIERA SOLISTA
Parallelamente alle attività con Alice, Roberts iniziò nel 1987 una buona carriera solista. Il primo album omonimo, pubblicato per la MCA, stupisce tutti. Ok, si era capito che il ragazzone con la chitarra in mano ci sapesse fare, ma che fosse dotato di una voce così bella, calda ma capace di muoversi sulle alte tonalità dell’hair metal, nessuno lo sapeva. Per l’occasione seleziona altri due gorilla da palestra, gli spessi Steve Steele al basso già con i Criminal Justice , e Victor Ruzzo alla batteria.
L’album è uno spettacolo di grande hard rock patinato, che si apre con due bombe atomiche, ovvero “Rock Doll” e “Women On The Edge Of Love”, dove la melodia la fa da padrone. “Triple X” è un pezzone da viaggio, che inizia con un intro di chitarra acustica, e che sfocia in riff rocciosi con il ritornello da urlare. La strumentale “Gorilla” ci accompagna alla seguente “Outlaw”, canzone che ci fa cadere dalla sedia. La prima strofa recita “I was born with a shootgun in my hand”, frase che diventerà un inno per il muscoloso Kane.
La seguente “If This Is Heaven” si mantiene a livelli colossali: melodia e cori da stadio sono da brividi, mentre “Out for Blood” ci disintegra con un riff assassino e un incipit devastante. “Full Pull” rallenta ma non scende di livello, un pezzo molto elaborato con il testo regalatoci da Alice Cooper in persona.
“Too Much (For Anyone to Touch)” è un altro pezzo decisamente FM, da sparare a volumi indegni. Non ci sono cadute, ogni nota è un inno all’Hard Rock, inteso nel senso più classico per il 1987. Con “Tears of Fire”, Roberts si cimenta in una ballad stupenda, di quelle che non si sentono più ai giorni d’oggi. Chiude il platter “A Strong Arm Needs a Stronger Heart”, con un intro di chitarra dal sapore vagamente WASP, anche qui una canzone di assoluto livello.
SAINTS AND SINNERS
Dopo aver preso la decisione di dedicare tutto il suo tempo alla carriera solista, Kane Roberts, reduce dal successo del primo omonimo album, nel 1991 da alle stampe “Saints and Sinners”. I suoni si evolvono, la patinatura aumenta ma la qualità del disco è perfino superiore al precedente lavoro. “Wild Nights” ci accoglie con un intro di tastiere e dopo un minuto parte un con riff e melodie incredibili, incorniciate da un ritornello da Arena Rock. La mano di Desmond Child si sente, e la seguente “Twisted”, primo singolo del disco, è un trademark dell’epoca, il prototipo del singolo hard rock in chiave 1991.
“Does Anybody Really Fall in Love Anymore”, secondo singolo, sfonda in radio e spopola su MTV, un autentico capolavoro scritto da un tal Richie Sambora, coadiuvato da Bon Jovi e Diane Warren. Ci sveglia dalle melodie di questa sognante ballad la travolgente “Dance Little Sister”, canzone che sfido chiunque a non voler cantare a squarciagola. Giunti a questo momento mi alzo in piedi e mi tolgo il cappello, perchè “Rebel Heart” è forse non solo il pezzo più bello dell’intero lavoro, ma rappresenta un testamento per le generazioni future, una lezione di come si scriveva un pezzo Hard rock prima del terremoto grunge.
“You Always Want It” non molla un centimetro: riff pazzesco, batteria che fa tremare i tavoli. Se volete prendere fiato un attimo, vi toccherà pigiare pausa, perché non c’è scampo: la seguente “Fighter” è un pezzo spettacolare, mid tempo dove melodia e buon gusto vanno a braccetto. Purtroppo con la seguente “I`m Not Lookin’ for an Angel” vi toccherà lanciare in aria tutto. Sinistre campane e un organo da chiesa ci danno il benvenuto, sfociando nell’ennesimo inno all’Hard Rock con lettere maiuscole.
Ci bastano 20 secondi di “Too Far Gone” per capire che non c’è storia: mille band ci metterebbero tre vite a scrivere un pezzo così, qui è solo uno dei dieci, tutti capolavori. E ce lo conferma con “It’s Only Over for You”, un’onda di melodia sui binari di una ballad che proprio ballad non è.
ANNI NOVANTA E TEMPI MODERNI
Gli anni novanta erano iniziati decisamente col botto. Dopo il secondo solista eccolo apparire, nel clamorosamente bello “Revenge” dei Kiss, come co-autore del pezzo “Take it Off”, insieme a Paul Stanley e Bob Ezrin. Seguì una lunga pausa dal mondo della musica, nel quale tornò col progetto Phoenix Rising nel 1999. La band, che vedeva al suo interno anche l’ex Lizzy Borden Gene Allen, incise un solo album, intitolato “Under A Wild Sky”. Il disco non ebbe molto seguito: il platter alterna pezzi più soft ad altri veramente tosti, con chitarre al limite del Thrash.
Da qui si giunge ad un secondo stop a livello musicale, per concentrarsi appieno nel mondo della grafica, diventando programmatore di videogiochi. Si rivede su un palco, dopo oltre venti anni di assenza, nel 2011 e l’anno seguente esce “Unsung Radio”, una raccolta di brani di Roberts in versioni inedite.
Nel 2019 esce “The New Normal”, un lavoro dominato da sonorità veramente pesanti. Nonostante questa sterzata di suono, la melodia, che da sempre ha accompagnato i suoi lavori, è sempre presente e il buon gusto sempre di casa.
RIFLESSIONI DEL MIC
E il cerchio si chiude. Kane Roberts, venuto alla ribalta proprio grazie a zio Alice, ora fa ritorno nel suo teatro del Rock. Dopo oltre trent’anni imbraccerà di nuovo il mitragliatore a sei corde? Quello è solo un contorno, un vezzo estetico. Quello che è sicuro è che tornerà a sparare note musicali con la sua classe immensa, qualsiasi chitarra avrà in braccio. E lo farà con la naturalezza di chi non ha nulla da dimostrare.
“Tamarro” o “Trucido”, chiamatelo come volete. Nel frattempo aggiustatevi meglio il nodo della cravatta, mi raccomando. Non vorrete per caso arrivare fuori posto o non impeccabilmente eleganti al suo ritorno sul palco?
Mic DJ vi saluta e vi da appuntamento qui in radio, tra articoli e tanta buona musica. Ora qualche consiglio per voi direttamente da Jolly Roger Radio.
THUNDER – Dopamine
Mic DJ il 25 Luglio 2022
Grazie Mille Roby Geo! Sempre numero uno!! Stay tuned!!
Roberto Paolo il 25 Luglio 2022
Articolo da leggere tutto d un fiato! Nn sapevo niente d questo mostro.. Sto gia andando a cerare i brani consigliati… x recuperare. Tensione emotiva dalla prima all ultima lettera.. Imparando cose nuove.. E curiosità insospettabili.. Ad es le collaborazioni..sempre al top come dettagli. Grazie e a presto “on air”!