Litfiba tornate insieme! Così cantava Elio di Elio e le Storie Tese nel 2003. Un tributo a uno dei più grandi gruppi rock italiani , che con un velo di ironica malinconia, chiede al gruppo, in particolar modo a Piero Pelù di tornare insieme. Andiamo a vedere insieme gli anni d’oro della band toscana!
LITFIBA, PARTIAMO A RITROSO
Piero Pelù aveva lasciato la band nel 1999, dopo un matrimonio di quasi 20 anni. Lo fece per intraprendere la carriera da solista, una discreta carriera ma senza mai raggiungere il grande successo avuto con i Litfiba. Non era facile del resto bissare quei successi incredibili, e ciò dimostra anche che un ottimo nome a volte non basta: Pelù senza Renzulli era incompleto.
La canzone di Elio sembra quasi presagire la reunion del 2009 con una serie di concerti a cui i fan risponderanno riempendo i palazzetti.
LITFIBA, IL SIGNIFICATO
Il nome della band “Made in Toscana” nasce da un intuizione di Ghigo Renzulli, sfruttando le capacità acquisite in uno dei suoi lavori giovanili. Egli era impiegato come operatore Telex (acronimo di TELeprinter Exchange) e si inventò questo:
L = (prefisso sistema Iricon)
IT = (Italia)
FI = (Firenze)
BA = (via De’ Bardi)
Perché Via De’Bardi? Semplicemente perché la prima sala prove del gruppo, casa base per parecchi anni, era a Firenze proprio in via De’Bardi. In realtà il nome nasce per esigenza, dato che l’unico iscritto come autore alla SIAE era Ghigo. Dato che i pezzi, soprattutto nei primi anni, nascevano dalla collaborazione di tutti i componenti e non dalla capacità del singolo, Renzulli per distribuire gli utili e i meriti trovò questo escamotage.
1980, LA NASCITA
Ghigo in quegli anni era un fiume in piena. Suona in diverse band da lui stesso formate, come i Cafè Caracas, gruppo punk/rock, e i Rip Kirby (nome d’arte all’epoca di quello che pochi anni dopo diventerà Raf). Dopo aver lasciato queste band, Ghigo richiama con se i componenti di una band giovanile chiamata Destroyers. Sono Sandro Dotta, Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi e Francesco Calamai . Questa fu la prima incarnazione dei Litfiba, anche se in realtà per i primi anni la band non avrà nessun nome.
Dopo poco tempo Sandro Dotta, non ritenendo il progetto valido, abbandonò il gruppo, lasciando il posto a Piero Pelù, ex voce del gruppo liceale i Mugnìons.
Avendo anche studiato dizione e teatro al liceo, Pelù diventa con la sua presenza scenica il punto di riferimento della band, un vero frontman carismatico capace di coinvolgere ma anche influenzare il proprio pubblico.
Così nascono i Litfiba il primo gruppo “latinrock” italiano, capace fondere le sonorità latine con il Punk passando dal Dark fino ad arrivare al New Wave
L’esordio avviene il 6 dicembre 1980 con un concerto alla Rokkoteca Brighton, un’appendice della casa del popolo di Settignano, vicino a Firenze, fino ad arrivare nel 1982 a incidere il loro primo album contenente cinque pezzi, chiamato semplicemente “ Litfiba”. Album che li porta a vincere il rock festival dello stesso anno.
LITFIBA, TRILOGIA DEL POTERE
Questa prima fase è forse la più importante per la band, quella che li consacra come una vera e propria realtà nel panorama italiano. I testi sono caratterizzati da una critica alla società, alle istituzioni, ma anche da problematiche esistenziali rese con numerose metafore. Si parte con quel capolavoro chiamato “Desaparecido” del 1985, dove si trattano temi come il rifiuto della violenza. Al suo interno brillano stelle di rara bellezza, come la opener “Eroi nel vento”, l’esotica “Istanbul” o “Lulù e Marlene”, così fuori da ogni tempo.
Con il seguente “17 Re” del 1986 la band cala l’asso, con un platter assolutamente strepitoso, primo doppio album della storia della musica indipendente italiana. Stilare un elenco di brani è quasi impossibile visto il livello qualitativo incredibile, ma “Come un Dio” è una poesia musicata.
Il terzo ed ultimo lavoro di questa trilogia sarà chiamato semplicemente “Litfiba 3” e vede le stampe nel 1988. Le tematiche sono fortemente politiche, ma soprattutto si inizia a perdere la componente New Wave degli esordi. I pezzi sono tutti mediamente molto validi, tra i quali spicca “Bambino”, con un testo mastodontico che accompagna arrangiamenti di prim’ordine. Ma non da meno sono “Paname”, “Louisiana” e “Ci sei solo tu”. Menzione a parte merita “Tex”, pezzo che li fece esplodere, divenendo apripista del successivo live “Pirata”.
LA TETRALOGIA DEGLI ELEMENTI
Dopo questo trittico di album si creano parecchie divergenze all’interno della band, portando la medesima a divenire una sorta di duo tra Pelù e Ghigo. Ispirandosi al filosofo Anassimandro, i due realizzarono quattro album ispirati ai quattro elementi descritti dallo stesso filosofo. Ogni album indica un elemento: “El Diablo” del 1990 il fuoco, “Terremoto” del 1993 la terra, “Spirito” del 1994 l’aria e “Mondi Sommersi” del 1997 l’acqua. Le tematiche sono ancora una volta incentrate sulla critica politica e sociale, ma anche sui rapporti con le donne, come ad esempio la famosissima “Regina di Cuori”.
Nel 1999 l’ultima svolta firmata Pelù e Ghigo, con l’album “ L’infinito”, lavoro che segna una svolta musicale già preannunciata dal precedente “Mondi Sommersi”. Un lavoro dove il gruppo si avvicina più verso il Pop Rock, con sonorità decisamente commerciali e aperte verso un pubblico più vasto.
Questro fu l’ultimo album insieme prima di separarsi. Piero Pelù intraprese la carriera da solista, mentre Ghigo continua con i Litfiba, ingaggiando un nuovo frotman, Gianluigi Cavallo detto “Cabo”. Voce e stile erano molto simili a quelle di Piero Pelù, talmente simile da sembrare persino banale, facendo sembrare i Litfiba la cover band di se stessi.
I MOTIVI DEL DIVORZIO
L’Album “ L’infinito”, oltre ad avvicinare i Litfiba verso il mondo Pop, scatenò involontariamente anche diverse divergenze. Durante la lavorazione del medesimo, nel 1998 il contratto di management con la IRA andò in scadenza, e Pelù premeva per fondarne uno personale, oltre ad un’etichetta per gestire le edizioni musicali e le future produzioni della band. Renzulli non accettò e volle continuare a collaborare con Alberto Pirelli.
Questo creò tensione tra i due e, durante le registrazioni del nuovo album, l’incrinatura diventò sempre più marcata, sia a livello artistico che personale: la rottura divenne definitiva. Venne comunque terminato il disco, che venne pubblicato a gennaio del 1999 e che paradossalmente andò primo in classifica.
Gli anni passarono e arrivarono fino ai giorni di oggi: pace fu fatta nel 2009 con la reunion. Pace o interessi ancora non è chiaro del tutto.
Sta di fatto che nonostante i successi del tour il 13 dicembre 2021, dopo 42 anni di attività, il gruppo ufficializza il definitivo ritiro dalle scene con un ultimo giro di live show. Il concerto finale si è svolto al Mediolanum Forum di Assago il 22 dicembre 2022.
RIFLESSIONI ON THE ROCKS
Mi scuserete se non approfondisco il periodo post Pelù, perchè come accennato in precedenza secondo me i suoi lavori solisti sembrano mancare di quel quid che li rendesse davvero belli. Ritornando all’inizio dell’articolo, personalmente parlando, i Litfiba erano sono e rimarranno in binomio Ghigo-Pelù.
Per onor di cronaca è d’obbligo citare i lavori post 1999:
2000 – Elettromacumba
2001 – Insidia
2005 – Essere o sembrare
2012 – Grande nazione
2016 – Eutòpia
Long John Silver vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo! Ora qualche consiglio per voi direttamente dal nostro blog.
Canzoni italiane negli anni 60
Davide Sgorlon, l’intervista
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