Vasco Rossi è un personaggio amato e odiato nel mondo del rock. Anche se qualche amante del rock e metal storcerà un po’ il naso, non si può dire che Vasco non sia il punto di riferimento del rock in Italia. Andiamo a vedere insieme in questo articolo gli albori della sua lunga carriera musicale.
VASCO ROSSI, PRIMI PASSI
Vasco Rossi nasce a Zocca, un paese di quattro mila anime in provincia di Modena, il 7 febbraio 1952. Non tutti sanno che la carriera del Blasco inizia ben presto, ben prima di classificarsi ultimo al Festival di San Remo nel lontano 1982. Nel 1965 All’età di 13 anni vince l’Usignolo d’oro, una manifestazione canora modenese, con la canzone intitolata “Come le Fiabe”. La critica rimase spiazzata, tanto che un quotidiano dell’epoca scrisse: “Ha vinto un bambino autodidatta di Zocca, che ha sicuramente imparato a cantare portando le pecore al pascolo”
Il ragazzo, pur restandoci male e non perdonando mai quel commento, ha grinta da vendere le le idee chiare, e a 14 anni entra a far parte del suo primo gruppo musicale, un quintetto chiamato Killer, nome che viene cambiato poco dopo in Little Boys.
VASCO ROSSI, UN VULCANO DI IDEE
Il vero punto di partenza si può datare 1972, anno in cui Vasco apre, insieme a Marco Gherardi (già insieme nei Little Boys), un piccolo locale chiamato Punto Club. La zona era ovviamente nei pressi di Zocca, e qualche tempo dopo diventerà una vera e propria discoteca. In questo primo periodo il locale viene utilizzato come “casa base” per organizzare feste ed eventi. Ovviamente Vasco Rossi è un attivo promotore e vera anima di tutte le attività.
Di li a poco inizia a frequentare il Teatro Evento di Bologna, per il quale firmerà qualche regia e qualche presenza come attore. In questo periodo amplia notevolmente la sua cultura musicale, venendo a contatto con svariati artisti tra cui Lucio Battisti, Francesco Guccini, Francesco De Gregori e Fabrizio De André.
ANIMA INQUIETA
E’ un’anima inquieta, segnata dalle pessime esperienze con la società del tempo. Ascolta molto rock anglosassone, soprattutto i Rolling Stones e i Sex Pistols. Nel 1975 fonda a Zocca Punto Radio, prima Radio libera. Questa cosa non fu priva di problemi legali, ma dopo la sentenza del pretore di Vignola del 1976 che dichiarò incostituzionale il monopolio della RAI, Vasco ne uscì assolto. E’ un periodo di vita molto importante per il Rocker di Zocca, che andremo a trattare in maniera più approfondita in un prossimo articolo.
VASCO ROSSI, MAI SCALFITO DAI FISCHI
All’inizio, come spesso accade, tra concerti in piazze e in varie sagre, Vasco Rossi riceve più critiche nonché fischi e pochi applausi. Allo stesso tempo un ristretto numero di persone comincia a stringersi in torno a lui, creando così la mitica combriccola del Blasco.
… MA COSA VUOI CHE SIA UNA CANZONE…
Nel 1978 esce invece il suo primo album, intitolato “…Ma cosa vuoi che sia una canzone…”. Il platter richiede un lungo periodo di gestazione, visto che le registrazioni iniziarono nel 1976. La prima e ormai introvabile versione, quella con in copertina una chitarra temperata, esce in sole 20.000 copie. Viene trasmesso in prevalenza dalle radio libere, perciò la sua diffusione rimane abbastanza limitata.
L’album è prevalentemente commercializzato nelle sole Emilia-Romagna e Lombardia. Lo stile musicale è ancora distante dalla linea rock adottata da Vasco negli anni successivi, ma nel vinile si percepisce chiaramente che le idee e la stoffa ci sono tutte. Tra i brani più celebri ci tengo a segnalare “La nostra relazione”, e “Jenny è Pazza”, rielaborazione del primo singolo di Vasco Rossi del 1977, intitolato “Jenny/Silvia”.
NON SIAMO MICA GLI AMERICANI
Il secondo album viene pubblicato nel 1979 con il titolo “Non siamo mica gli americani”. Il disco ottiene più successo rispetto al precedente, seppur non raggiungendo clamorose cifre di vendita. L’album è caratterizzato da un linguaggio più diretto e più duro rispetto a quello dell’esordio: esso rappresenta le basi di quel percorso rock che Vasco avrebbe continuato coi suoi successivi lavori.
C’è una canzone che regala fama e successo al disco in questione, e la conosciamo tutti. Si tratta di “Albachiara”, scelta come 45 giri in coppia con “Fegato, fegato spappolato”. Un pezzo scritto di stomaco, in poche ore, ispirandosi ad una ragazzina che egli vedeva sempre in paese. La canzone ebbe un impatto così forte che l’album fu in seguito ridistribuito con il titolo “Albachiara”.
Da segnalare che, nel 2020 all’interno del concorso radiofonico I Love My Radio, la canzone vince il premio come canzone italiana più amata degli ultimi 45 anni.
RIFLESSIONI ON THE ROCKS
Successivamente il Rocker di Zocca diede alle stampe “Colpa d’Alfredo” nel 1980. Un album davvero ben suonato, con un Maurizio Solieri che diventa una spina dorsale immancabile. Un disco demolito da una censura folle, la quale ne tarpò le ali e lo stroncò nelle vendite. Nell’aprile del 1981 è il turno di “Siamo solo noi”, definito senza mezzi termini, e a ragione, un vero inno generazionale. Un album dove il rock sudato incontra il reggae, genere di gran moda in quegli anni.
Ma probabilmente Vasco Rossi, per la società dell’epoca, era troppo ingombrante da gestire. In quell’anno fu escluso dal Festivalbar. Ma il fatto più eclatante avvenne l’anno seguente, quando nel 1982 partecipa al Festival di Sanremo classificandosi come tutti sapete ultimo.
Da allora una continua escalation che ancora oggi persiste capace di unire tre generazioni sotto le sue canzoni. Vi salutiamo e vi diamo appuntamento al prossimo articolo. Ecco qualche lettura direttamente dal nostro blog.
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Roberto Paolo il 2 Agosto 2023
Articolo che mi ha appassionato e fatto viaggiare nel tempo. Argomento difficile perché come hai detto, un personaggio che sta nel rock ma anche fuori da esso. Tante info che non conoscevo e bella l’idea di lasciare andare.. Una volta impostata e narrate le radici che hanno dato il trand al fenomeno.. Grazie
Mic DJ il 9 Agosto 2023
Grazie di aver scritto le tue emozioni qui