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Heavy Metal

SPHINX HEIR – Trigonometry

today16 Dicembre 2024 24 2 5

Sfondo
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Gli Sphinx Heir furono una band proveniente da Bologna che nel lontano 1987 confezionò una vera perla musicale dimenticata da molti, forse da troppi. Ma con l’aiuto degli amici di Italian Metal Heroes abbiamo la fortuna di veder preservato cotale piccolo gioiello di metallo scintillante. Andiamo a sentirlo insieme: Press Play on Tape!

SPHINX HEIR, DA BOLOGNA

Italian Metal Heroes strikes back! Il pacco postale ivi arrivatomi conteneva molte perle, alcune delle quali ho già avuto la briga di recensire. All’appello mancano gli SPHINX HEIR, anche loro di Bologna. La genesi di questo mio acquisto è totalmente fortuita, visto che ero super convinto di aver preso un’altra band che poi ho scoperto essere Americana, non Italiana. Poco male, perchè appena messo su il cd capisco di essere stato fortunato. Il genere è il sempre caro NWOBHM che in quel 1987 era sulla cresta dell’onda di acciaio che ci aveva travolti. In questo dischetto ottico troviamo appunto le sei tracce contenute sulla tape originale più un pezzo inedito ripescato dalle sabbie del tempo a chiudere il tutto.

La band si forma nel 1986 e comprendeva Fabio Bussolari alla batteria, Gianluca Lelli e Renato Mascagni alle chitarre, Massimo Forapane alle tastiere, Massimilano Magagni al basso e Andrea Pezzella alla voce. In sala di incisione il buon Michele Vanni (STORM, CRUDELIA, e altri progetti) collabora alla stesione dei brani, oltre a seguirne la produzione. All’epoca era tutto a dir poco pionieristico, e purtroppo la band si sciolse di li a pocoe questo ottimo album ha seriamente rischiato di andare perduto.

SPHINX HEIR – Trigonometry

SPHINX HEIR

Per fortuna così non è stato, altrimenti ci saremmo persi la potenza della opener “Restless”, che stupisce e stordisce. La band è una potenza: la voce a tratti ha il graffio del buon Eric Adams dei Manowar degli anni d’oro, la batteria picchia di traverso ma senza mai essere in confusione, Il basso fa un bel tappeto e le chitarre viaggiano rapide a macinare riff. La resa audio è quella di una buona demo tape di quegli anni, non eccelso ma tutto molto ben ascoltabile. “Livin’ in the Night” parte più mid tempo, ed è un mix splendido di melodia e robustezza, dove la voce graffia in maniera convincente. Il chorus si apre con decisione con un cambio di mood, accompagnato da più voci.

Anche in questo caso il pensiero è sempre il medesimo, ovvero di una band che avesse avuto origini British o a stelle e strisce avrebbe sicuramente riempito una pagina di riviste come HM e avrebbe avuto il lustro dovuto. Ma siamo a Bologna, Italy. Un paese dove la scena si stava muovendo frenetica ma al tempo stesso quasi sempre senza trovare le basi da cui spiccare il salto in alto.

VIDEO

UN PICCOLO CAPOLAVORO

La sognante “Child Dreams” ci prende per mano, col suo intreccio di chitarre e tastiera, per portarci nel lato più pulsante dell’Heavy Metal, quello delle ballad o simili. Canzone spettacolare ragazzi, l’arrivo del primo solo è qualcosa che lascia atterriti. Tanto, ma tanto buon gusto mentre tutto procede sempre su livelli enormi. Uno stacco, il basso che incalza e che fa eslplodere la canzone in un finale da infarto. Dopo questa perla, che è decisamente il mio brano preferito del CD, si viene accolti da un riffone che è come passare la faccia su una grattugia. “Hell Driver” è una marcia marziale dove mille cuori impellati camminano fieri su una strada di notte, sembra essere un inno all’Heavy Metal nascente, una colonna sonora dove tutti noi siamo invitati a marciare uniti e compatti, quasi ad urlare, in quegli anni lontani, “Ci siamo anche noi”.

SPHINX HEIR

Una lieve e piacevole psichedelia apre “Sphinx Heir”, così dolce e delicata, decisamente sognante. Ma è tutta una illusione, si viene presto svegliati dalle distorsioni che risalgono da un buon arpeggio di chitarra classica. La canzone resta particolare, perchè la venatura più intospettiva torna verso metà traccia, e si apre ad un ritornello valido, forse un po fuori luogo col resto della musica. “Law” è uno di quei pezzi da sotto palco, da pit furioso con teste roteanti e braccio alto. Parte senza fronzoli, attacca grintosa, e prosegue in maniera comunque varia ma sempre mordendo alle gambe.

Siamo ivi giunti al termine con la bonus track “Strange Ways”, mai rilasciata in precedenza. Meno male che queste operazioni di restauro e di preservazione porti anche al recupero di altre tracce rimaste nascoste al buio fino ad oggi. Il pezzo è la degna chiusura della storia, un martello di ferro che batte sull’incudine delle nostre teste.

RIFLESSIONI DI MIC DJ

E così i ragazzi artefici di questa epica magia degli Eroi del Metallo Italiano hanno fatto centro di nuovo, andando a trovare un lavoro praticamente sconosciuto e riportandolo in vita, regalandogli quella seconda possibilità che merita davvero! Un lavoro scritto col cuore, e si sente, da dei ragazzi spinti dalla pura passione.

Scritto da: Mic DJ

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