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Heavy Metal

Heavy Metal e Sir Lord Baltimore

today25 Settembre 2023 255 4

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Heavy Metal e Sir Lord Baltimore, cosa hanno in comune? Probabilmente pochi conosceranno questa band degli anni settanta, ed è proprio per questo che il nostro reporter d’assalto Mr.Fulvio ci viene in aiuto. Dall’alto della sua vasta conoscenza del mondo musicale più o meno distorto anche questa volta ci regala un’articolo che è una lezione di storia della musica. Curiosi? Bene, allora continuate nella lettura!

HEAVY METAL E SIR LORD BALTIMORE

Heavy Metal: termine per noi di uso comune e che istintivamente riconduciamo alla fine degli anni ’70, quando questo fenomeno musicale esplose. O anche ai primi anni ’80, quando l’uso ed a volte l’abuso dei termini “Metal”, “Steel” e loro sinonimi permeava i lavori di band come Manowar, Saxon e compagnia briscola.

Ma la ricerca della vera origine sull’uso di questo termine a scopo musicale ci riserva, come spesso accade, delle sorprese. La ricerca della verità ci impone di andare più indietro nel tempo, precisamente nel 1970, per parlare di una band e del loro disco d’esordio. “Kingdome Come” dei Sir Lord Baltimore è un lavoro non troppo conosciuto ma vanta una primogenitura ed almeno un paio di aspetti curiosi ed innovativi per l’epoca. C’è quanto basta per rendergli merito e per stimolare la curiosità di chi volesse approfondire la genesi di un certo modo di fare musica.

PRIMI ANNI 70 ED IL TERMINE “HEAVY METAL”

Di certo gli albori dei ‘70s erano ricchi di bands che suonavano, per l’epoca, “musica robusta” (cit. Mic DJ). Istintivamente riconduciamo la genesi dell’Heavy Metal all’evoluzione dell’hard rock suonato dalle solite notissime super-band come Black Sabbath, Deep Purple, Led Zeppelin e company. Vero ed attendibile ma, per dovere di cronaca, dobbiamo annotare che il termine Heavy Metal fu musicalmente usato per la prima volta dal giornalista Mike Saunders. Era il 1971, sulla rivista americana “Creem“, in occasione della recensione di “Kingdom Come” dei Sir Lord Baltimore che fu quindi, almeno per la stampa, il prima disco Heavy Metal in assoluto: una primogenitura importante!

Il motivo di questo “battesimo” è probabilmente da ricercarsi nell’approccio alla musica dei Sir Lord Baltimore: selvaggio, istintivo, veloce. A suo modo diverso da quello che negli stessi anni proponevano i soliti noti. Un suono duro e veloce, perfino troppo in anticipo sui tempi, anche se ascoltandolo oggi ci viene da sorridere: di certo la fortuna di questo modo di fare musica si concretizzerà solo alcuni anni dopo.

heavy metal

 

SIR LORD BALTIMORE, LA BAND

Formazione Newyorkese, nasce nel 1968 come power trio: John Garner voce e batteria, Louis Dambra alle chitarre e Gary Justin al basso. Il drummer vocalist come frontman è una peculiarità non così comune in generale, ma per l’epoca direi addirittura singolare ed a suo modo innovativa. La loro carriera prese piede da una audizione con Mike Appel, futuro scopritore e manager di Bruce Springsteen. E’ lo stesso Appel a suggerire il nome Sir Lord Baltimore, preso da un personaggio minore (un nativo americano) del film “Butch Cassidy”.

Esordirono con l’album “Kingdom Come”, album duro e selvaggio di cui ci occuperemo dopo, nel 1970: ebbero un discreto successo suonando anche con i Black Sabbath in alcune date del tour di Paranoid. Il successivo album “Sir Lord Baltimore” del 1971 vede l’allargamento della formazione a 4 elementi ed un cambio di stile verso un hard rock di stampo più classico. Queste scelte abbinate a problemi personali comportarono il rapido declino della band: il terzo album non fu mai completato e si sciolsero nel 1976.

Trent’anni dopo, nel 2006, Garner e Dambra tentano una reunion pubblicando il nuovo album “Sir Baltimore III Raw” con tematiche a sfondo cristiano. La storia della band termina nel 2015 con la morte del suo leader John Garner.

HEAVY METAL, KINGDOM COME: L’ALBUM

heavy metal

Abbiamo già accennato ad un lavoro con sonorità dure e che possiamo sicuramente considerare “moderne” per l’epoca. Il disco esce a dicembre del 1970 su Mercury Records e viene mixato nei celebri studi “hendrixiani” Electric Lady da Eddie Kramer. La potenza e la “modernità” del suono sono merito anche di quanto messo in atto in fase di registrazione. Eddie Kramer (Beatles, Hendrix, Bowie, Kiss and more) fa qui ricorso alla tecnica del multi-tracking per incidere chitarre e basso. La tecnica è a dir poco innovativa per l’epoca e permette di dare al suono quella sensazione di stratificazione, come se fossero più strumenti a suonare in luogo di una singola chitarra o basso.

Curiosamente il disco ha i suoi veri cavalli di battaglia nella facciata B del 33 giri, che si apre con il capolavoro “Kingdom Come”: granitica nei riff, lugubre nel cantato e con un grande guitar solo nel finale. Da segnalare anche la veloce “Helium Head” ed “Hell Hound” con i suoi coinvolgenti cambi di ritmo. Sul lato A spicca la folk e medievaleggiante “Lake Isle Of Innersfree”: cantato melodico, chitarra acustica e clavicembalo per un pezzo spiazzante rispetto al resto dell’album ma azzeccato. Notevole in chiusura di facciata la frenetica “Pumped Up”.

Da sottolineare che la riedizione in CD del 1994 (compilation dei primi due albums) sembra prendere atto di qualcosa ed inverte la track list: prima il lato B e poi il lato A. In tema e molto gradevole anche la copertina con il suo vascello fantasma e le sue tinte oscure.

MR. FULVIO RACCONTA

L’album purtroppo finisce presto nel dimenticatoio e ricomincia a circolare marginalmente solo nell’underground americano degli anni ’90, periodo in cui ai Sir Lord Baltimore viene assegnato anche il titolo di pionieri dello Stoner Rock. In definitiva un album seminale, ingiustamente trascurato e sicuramente da recuperare.

heavy metal

Le edizioni originali in vinile, reperibili come usato, non sono così rare ma hanno prezzi medio-alti: a partire da almeno 45-50€ a salire. Esiste una ristampa del 2020, sempre in vinile, a prezzi più abbordabili. In CD esistono alcune ristampe: tedesca del 1994, francese del 2015 o, molto curate e ben fatte, due edizioni “papersleeve”. Queste replicano fedelmente (ma in miniatura, formato CD) l’artwork originale: edizione giapponese o sud coreana, entrambe del 2019. Sempre in CD la compilation con i primi due album: stampa americana del 1994 o francese del 2003. La reperibilità di tutte le versioni in CD è discreta con prezzi variabili da 20€ a 50€ secondo la versione.

Mr.Fulvio vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi direttamente dal blog di Jolly Roger Radio.

Rodney Matthews: When Art meets Music

Music into the Bones

Scritto da: Mic DJ

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