I BangOut sono una band nostrana nata nel 2010, provenienti dall’Urbe, e alfieri del genere Hard & Heavy. Dopo aver esordito con un ottimo debut album, dal titolo “Rotten Roll”, pubblicano in questo 2022 il loro secondo lavoro, intitolato “Paradise 99”. Andiamo perciò a rifarci le orecchie con questo nuovo platter e vediamo cosa ci ha riservato questo quartetto Romano.
BANGOUT, A.D. 2022
E’ sempre un piacere avere tra le mani un lavoro tutto italiano. Sono sempre stato un tifoso del metallo tricolore, già dai tempi di “Heavy Metal Eruption“, storica compilation di band Italiane datata 1983 e rimasterizzata in CD nel 2016. Da quei pionieristici anni ad oggi, di acqua sotto i ponti ne è passata molta e le realtà nostrane sono in costante aumento. Tra le novità più interessanti di questo 2022 ecco i BangOut che, dopo un periodo di stop, tornano alla ribalta col nuovo “Paradise 99”.
La formazione attuale è composta da Nash alla voce e chitarra, alle pelli troviamo Money, Mäkk8 al basso e voce e Umi all’altra sei corde e voce. Allora rompiamo gli indugi e facciamo il celeberrimo “Press Play on Tape”.
PARADISE 99
Sono rallentato, quasi rapito dallo straordinario Artwork del disco in questione. Una prospettica fila di Arcade si dipana in un ambiente scuro, esattamente quello delle sale giochi di un tempo. I neon sul soffitto illuminano pigramente la stanza, fatta di pareti vissute dal tempo e da quella foschia causata dal fumo delle sigarette. Il proprietario della sala giochi sta spazzando a terra, mentre dai cabinati ancora accesi si intravedono delle inquietanti figure sugli schermi, come ci fossero delle persone intrappolate all’interno.
Come probabilmente avete intuito, oltre ad un Metallaro puzzolente sono anche un vero appassionato di Videogames, con all’attivo centinaia di articoli e recensioni sul tema (ma quella è un’altra storia). Ci pensa la opening track “Survive the fall” a riportarmi sulla terra, dopo la sua breve intro acustica interrotta dal backspin di un vinile. Il pezzo è un macigno, lento e pesante, per poi aprirsi in un refrain melodico davvero efficace. Notevole la parte strumentale, impreziosita da inserti di tastiere e di suoni sintetici.
“The Cage Inside” apre con un interessante tempo dato dal riff di chitarra e la batteria, mentre proseguendo si apre in un refrain moderno ma non stucchevole. Ma questo pezzo sembra essere solo un tappeto rosso che ci conduce alla clamorosa “Paradise 99”, canzone dal tiro pazzesco e un groove a cavallo tra gli ottanta e i novanta. Le sonorità sono moderne, i synth presenti ma non invadenti e la voce, infarcita di filtri, rende il pezzo una bomba.
BANGOUT, L’HARD ROCK CHE PICCHIA
L’ascolto prosegue ed è avvincente. “Animal” mescola in maniera assolutamente efficace un riffone al limite del Thrash metal ad una melodia vocale assolutamente Hard ‘n’ Heavy. Stilosissimo il cambio verso la fine, un’improvvisa apertura melodica dove i synth sono protagonisti. La seguente “Something Special” ci spiazza col il suo evocativo arpeggio acustico, strings di sottofondo e una voce pulita di ottimo livello. Mi aspetto da un momento all’altro lo scoppio di una bomba, ma la canzone invece continua sull’incipit di una ballad davvero ben riuscita.
E’ solo questione di passare alla seguente “Stupid Bitch!” ed ecco scoppiare la bomba. Pezzo da novanta, con un riffing assassino e un incipit spacca ossa. Una cosa mi sta veramente piacendo di questa band: come usano la tecnologia. L’utilizzo di suoni digitali e tastiere è sempre presente ma nella giusta dose, regalando ai pezzi uno stile personale. “Long Live the Brave” è una canzone dal mood tra il triste e il pensieroso, molto bello e ben strutturato anche se da un idea di già sentito.
Non è un problema, è una sensazione che “Calling” spazza via in trenta secondi, tornando a quel quid di particolare che contraddistingue questo lavoro. L’inizio è dominato da un sound “Roland 303 Style” che introduce un riffone stoppatissimo che gioca con la voce e le aperture melodiche improvvise. La band ha le idee chiare e coraggio, lo dimostra il finale di canzone farcito di suoni elettronici a volontà.
LA FINE DEL PARADISO
“The End of All Stars” apre il trittico finale di canzoni, che ci guidano alla fine di questo “Paradise 99”. Un pezzo strutturato, che arriva anche a sfociare in momenti quasi Prog. Infatti si dimostra il pezzo meno facile da assimilare di tutto il disco, ma anche quello che con gli ascolti lascia scoprire più sfumature. “Roots to Stone” è uno di quei brani che non scrive più nessuno, con quel intreccio di pianoforte e voce che mette i brividi. Non è facile comporre song del genere, perché il rischio di cascare nel banale è sempre latente.
Un finale tutto in crescendo porta la canzone a toccare vette emozionali incredibili, mentre incalza la finale “One Reason”, che inizia con uno stile dannatamente Moonspell, per poi ritornare sui binari tracciati dalla band per tutto il disco. Fantastico il tempo di batteria col charleston in levare, quelle cose semplici ma che hanno sempre il loro effetto. A metà la canzone cambia repentina, aprendosi in una vallata di suoni che ci prende per mano e ci fa sentire il battito del cuore, mentre una voce cupa ci porta alla fine dell’ascolto.
RIFLESSIONI DEL MIC
Arrivare alla fine di un ascolto col sorriso è sempre un buon segno. Ascoltare una seconda volta ancor di più. Vuol dire che il disco c’è, ed è qui per restare. Un gran bel lavoro quello dei nostri BangOut, un disco che non ha paura di mescolare nuovo e vecchio. Il sound è bellissimo, curato e spinto al punto giusto. Moderne sonorità digitali si intrecciano con i più classici dei riff Hard Rock & Heavy Metal, riuscendo a convivere bene insieme. Non c’è nulla di ruffiano in questo bel lavoro, c’è tanto cuore e la voglia di raccontarci qualcosa usando la musica.
Quei cabinati in copertina hanno al loro interno delle persone intrappolate, come a dirci che in quelle magiche macchine da Bar era facile immergersi così tanto da perdersi dentro esse. State attenti però, che con questo “Paradise 99” rischiate seriamente di fare la stessa fine. Bravi questi BangOut!
Mic DJ vi saluta e vi da appuntamento qui in radio, tra articoli e tanta buona musica.
roberto Geo il 21 Novembre 2022
Un dettagliatissimo resoconto e recensione splendida di un disco che va assolutamente vissuto man mano che si prosegue la lettura passo passo per espandere gia al primo ascolto, i dettagli che emergeranno naturalmente nei successivi. Grazie!