I The Night Flight Orchestra ci hanno sempre abituato ad album decisamente non convenzionali. Il nostro fidato reporter d’assalto Mr.Fulvio come da sua consuetudine raccoglie le sfide più delicate e le fa sue, scrivendo una recensione che viene dal cuore. Una recensione ricca, davvero curata e piena di spunti interessanti. Press Play on Tape!
THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA, UNA PREMESSA
A.O.R. & Melodic Rock: se dovessi dare oggi una mia definizione a tale genere musicale questa sarebbe ben diversa da quella che avrei dato, ad esempio, fino a un paio di decenni fa. E’ un genere musicale che ho seguito da sempre, dagli esordi dei “fondatori” Journey, Foreigner, Boston etc. Un genere che per anni mi ha dato grandi soddisfazioni alternandone l’ascolto a quello della “musica robusta” (cit.), ispirato di volta in volta dai temporanei stati di umore e animo.
Poi, a mio avviso, qualcosa si è rotto. No signori, non è stato il “Grunge” additato da molti come responsabile di questo ed altri mali.
E’ che piano piano l’A.O.R. ed il Melodic Rock, pur mantenendo le medesime coordinate stilistiche, sono diventati il regno dell’aridità compositiva. Il regno dei gruppi o super-gruppi agglomerati a forza e sottomessi da alcune etichette discografiche alle loro esigenze di business.
IL PIATTUME MONDIALE E L’ECCEZIONE
Il risultato? Artisti che si incrociano in più gruppi (o progetti) paralleli. Molteplici produzioni che suonano uguali a se stesse. Composizioni prive di personalità e senza quella motivazione, da parte degli artisti stessi, che spinga a scrivere brani degni di essere ricordati per qualcosa (leggasi “vena creativa”). Anche le giovani e nuove proposte sembrano in gran parte non essere esenti da queste dinamiche.
Ovviamente l’opinione è del tutto personale e soprattutto, per fortuna, esistono le eccezioni. The Night Flight Orchestra sono uno dei pochi gruppi che, ad ogni loro nuova uscita, rimettono le cose a posto. Essi risolvono i miei scrupoli di coscienza sul fatto di essere forse io il problema. In che senso? Di essere cambiato nel tempo al punto da non essere più in grado di apprezzare determinate proposte musicali.
Andiamo quindi ad introdurre brevemente il gruppo e ad analizzare il loro settimo album “Give Us The Moon”, fresco fresco di stampa.
![THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA](https://www.jollyrogerradio.it/wp-content/uploads/2024/06/Orchestra02-1170x658.jpg)
THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA, BREVE BIO
I The Night Flight Orchestra provengono dalla Svezia e nascono nel 2007 come una specie di “side project”. Forse sarebbe meglio dire come un passatempo, nato durante il tour in Nord America della band Soilwork. Sono infatti il cantante Björn Strid ed il chitarrista David Andersson a cimentarsi per diletto in queste sonorità così distanti dal melodic death metal della band madre. Il senso del progetto era ed è quello di riportare alla ribalta le sonorità classicamente melodiche di fine anni ’70 ed anni ’80.
La provenienza da un genere musicale completamente diverso e la tendenza ad evidenziare volutamente gli anni d’oro con look e clip video a volte esuberanti includeva il rischio di essere sminuiti e marchiati come “parody band”. Ma la qualità musicale della proposta ha da subito spazzato via ogni dubbio. La band ha acquisito autorevolezza, si è consolidata ed ora può già vantare ben sette album. Trattasi di lavori di ottimo livello, ai quali affiancano tour in giro per il mondo.
GENERE MUSICALE
Il genere proposto mixa abilmente sonorità classic rock con elementi funk e disco. Questo crea una miscela fresca ed accattivante che, abbinata ad un songwriting di alto livello, fa la differenza. Ultimamente è di moda il fenomeno Synthwave, con band che esplorano e propongono il mood dei medesimi anni (più ’80 che ’70) spostando però il baricentro sulla componente elettronica. Con The Night Flight Orchestra c’è di più. Ascoltandoli, vengono in mente ora i Journey, ora i Toto, i Boston. Non solo, perchè tornano anche i Supertramp o Electric Light Orchestra.
Non mancano ottimi assoli di chitarra e tutte le componenti necessarie a non allontanarsi troppo dalla matrice classic rock. I loro primi due album (2012 e 2015) sono stati pubblicati dalla piccola etichetta discografica italiana “Coroner Records”. Dopo di che la band si accasa presso la più nota “Nuclear Blast” fino al sesto album del 2021. Nel 2022 viene purtroppo a mancare, a soli 47 anni, David Andersson, chitarrista e membro fondatore.
THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA: GIVE US THE MOON
![THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA](https://www.jollyrogerradio.it/wp-content/uploads/2024/06/Orchestra01.jpg)
Il nuovo album è quindi il primo senza di lui e vede la luce all’inizio dell’anno in corso per l’etichetta “Napalm Records”. L’album si apre con una “Intro” di pochi secondi che è di fatto l’ultima chiamata di un volo aereo in partenza. Quindi, dopo il check in, imbarchiamoci anche noi ed andiamo a vedere di cosa si tratta.
Dopo la succitata intro l’album parte subito a mille con la super catchy “Stratus”. La ricetta è quella classica: ingredienti se vogliamo semplici, come tastiere e chitarre sparate a mille, abbinate a ritornelli accattivanti e immediatamente memorizzabili. La difficoltà e l’abilità risiedono nell’elevata capacità compositiva, merce rara di questi tempi. I brani successivi all’opener non sono da meno: una vera e propria raffica di potenziali hit da classifica. Praticamente tutti i refrain ti si stampano immediatamente in testa e questo, mi si creda, non è cosa ne usuale, ne facile ne tantomeno scontata.
Esclusa la breve intro ci troviamo di fronte ad un totale di 12 brani per una durata superiore ai 60 minuti. A priori potrebbe risultare impegnativa ma in realtà non lo è affatto. La musica contenuta in “Give Us The Moon” ha una dinamicità ed una naturalezza incredibile. E’ capace di trasportarti dal brano in ascolto al successivo con la velocità e la scorrevolezza di quel volo aereo che è, di fatto, il “fil rouge” di questo album.
LIVELLO MEDIO DAVVERO ALTISSIMO
In un lavoro dal livello medio elevato possiamo comunque citare alcuni brani in particolare (in realtà quasi tutti), più che altro per evidenziare peculiarità o riferimenti stilistici che aiutino a definirlo al meglio. Ecco allora l’iniziale “Stratus” e “Miraculous” che si distinguono come una perfetta sintesi dell’intera proposta N.F.O.: i brani ideali per prendere confidenza. “Shooting Velvet” è invece un instant classic, un inno pop-rock. Con il suo ritornello ci potrebbe ricordare la spensieratezza degli ABBA con una buona addizione di vitamine ed energia.
VIDEO
In “Like The Beating Of A Heart” e “Melbourne May I?” la disco si amalgama con l’hard rock per consegnarci i due brani con i ritornelli più ruffiani e memorizzabili. La componente più rock è ben rappresentata da “Cosmic Tide”, con chiari riferimenti Foreigner, e da “Way To Spend The Night”, maggiormente pulsante ed anthemica. Nella title track il connubio è tra il pomp rock anni ’70 e la disco music: sintesi di nostalgia e freschezza. La responsabilità di rappresentare l’immancabile (power) ballad è a carico di “Paloma”: brano emozionale, comunque dinamico e per nulla banale.
Ultima menzione per la finale “Stewardess, Empress, Hot Mess (And The Captain Of Pain)” che con la sua durata vicina agli 8 minuti si candida a fregiarsi del titolo di “rock opera”. Essa unisce ai classici riferimenti pop di scuola Journey anche echi di cult band come gli Angel.
CONCLUSIONI DI MR.FULVIO
“Give Us The Moon” è il classico disco a colpo sicuro. Il lavoro che ti senti tranquillo di consigliare a chiunque, a prescindere dai gusti e dal livello di interesse nella musica. Contiene melodie non banali ma allo stesso tempo orecchiabili. E’ addirittura ballabile, quindi con la giusta dose di “ruffianaggine” necessaria ad accattivarsi un pubblico il più eterogeneo possibile. I miei personali (ed ininfluenti) awards per il rock melodico sono andati nel 2023 ai danesi Boys From Heaven e nel 2024 agli svedesi Seventh Crystal, entrambi consigliatissimi se gradite il genere.
Il 2025 è agli inizi, è ovviamente presto per pronunciarsi ma con “Give Us The Moon” abbiamo già un serio candidato. Superarlo sarà possibile ma indubbiamente impegnativo.
Mic DJ il 11 Febbraio 2025
Band che seguo dal loro esordio, e mai ha mancato di stupirmi per la proposta musicale. Gente che suona death svedese che si mette in gioco, esasperando le atmosfere e il look per entrare al meglio nella parte, suonando da paura ma senza prendersi troppo sul serio. Si vede che si divertono nel fare questo tipo di musica, e ciò traspare nettamente nell’ascolto dei brani! Top!
Fulvio il 11 Febbraio 2025
Osservazione pertinente e condivisibile.
Confermo che i cori delle back vocalist sono fondamentali nell’assetto dell’intero album.
Sono a tutti gli effetti due membri della band e non semplici “coriste a corredo” e sono inoltre molto brave come giustamente fatto notare.
Mi aggrego a questo plauso anche se tardivamente: in effetti ho tralasciato di darne il giusto risalto in sede di stesura dell’articolo.
Stefano Lanci il 11 Febbraio 2025
Io non ho ancora ascoltato tutto l’album, ma penso che nel brano proposto (Shooting Velvet) si possa apprezzare una particolarità della band non messa propriamente in primo piano nell’articolo.
Ci troviamo di fronte ad una maestria eccezionale nella scrittura delle parti assegnate alle back vocalists. Aguzzate bene le orecchie. Le due cantanti sono un arco portante che migliora notevolmente la struttura melodica e armonica del brano.
Raramente si sentono i back vocals avere una importanza cosí determinante nel sapore finale di un brano di musica Rock. Qui sono essenziali. É il caso di dire brave!!