Tommy Bolin è una figura nota per il legame a gruppi hard rock come Zephyr dal 1969 al 1971, James Gang dal 1973 al 1974 e Deep Purple dal 1975 al 1976. Inoltre ha pubblicato alcuni album solisti in veste di chitarrista e cantante e fu chitarrista solista per artisti come Billy Cobham e Alphonse Mouzon dei Weather Report.
TOMMY BOLIN, PRIMI ANNI
Tommy Bolin inizia a suonare da giovanissimo, dopo aver visto un concerto di Presley con il padre. Dopo aver militato in alcune band come Energy e American Standard, dove il suo talento iniziò a manifestarsi, si trasferì da Sioux City a Denver. Qui, nel 1969, formò gli Zephyr. I fans, in occasione dei loro concerti, si concentravano sulla musica anziché sul consumo di bevande: per conseguenza diretta i gestori dei locali siluravano sistematicamente la band, visti gli introiti molto bassi.
Nel frattempo Mr.Bolin attirò l’attenzione di Billy Cobham, che lo contattò per assumerlo come chitarrista per il disco “Spectrum”. Bolin, pensando ad uno scherzo, annuì ma senza convinzione. In realtà ascoltando quel disco si capisce perché fu fortemente voluto,
pur confessando a Cobham che lui non sapeva leggere la musica.
TOMMY BOLIN, UN TALENTO NATURALE
Il suo talento era totalmente naturale: egli non suonava mai le stesse cose due volte. Diceva di percepire le note una frazione di secondo prima di suonarle, quasi per magia. Il disco venne realizzato in pochissimo tempo. Esso fece giusto un paio di prove con Jan Hammer per capire le tematiche. Bolin, grazie a questa collaborazione, divenne conosciuto e acclamato in tutto il mondo, al punto che per un certo periodo la critica lo considerava un nuovo Hendrix.
Fu cosi che quando Joe Walsh lasciò i The James Gang per unirsi agli Eagles, lo raccomandò come suo sostituto tra le fila della band, con la quale registrò Miami e Bang. Subito prima dell esperienza con i Deep Purple aveva ultimato le sessions del suo primo album solista. “Teaser” è il primo dei due dischi solisti che Bolin ha pubblicato. In occasione del quarantesimo anniversario dell’uscita, UDR/Warner lo ristampa con l’idea di cullare i sensi e i cuori dei collezionisti, confezionando un oggetto intrigante.
Siamo, infatti, di fronte a un box con ben tre lp (sì, tre album in vinile), un doppio cd e un booklet da una dozzina di pagine. I tre vinili contengono 15 brani: i nove della release originale del 1975 e sei outtake che arricchiscono un piatto già variegato e intrigante di per sé. I due cd live, raccolti insieme col titolo “The best of live”, compilano una serie di performance dl vivo incise in differenti location e momenti. Anche a quattro decenni di distanza è palese che “Teaser” è un lavoro che in sé porta quel tocco universale, Una specie di magia, che rende certi dischi resistenti al passare di tempo, mode e generi.
TOMMY BOLIN E I DEEP PURPLE
Bolin concentrava su di se tanto talento che i Deep Purple lo contattarono dopo l’ uscita di Blackmore. Essi valutarono parecchie candidature (alle audizioni si presentò davvero di tutto). Bolin ignorava il loro materiale: disse di aver di aver sentito “Hush” e “Smoke on the Water” giusto un paio di volte. Nonstante questo, rimase con loro dal 1975 al 1976, registrando “Come Taste The Band” e realizzato un tour mondiale.
Bolin, tipo amichevole e spontaneo, si faceva avvicinare facilmente dalla gente, al contrario di quanto accade per molte Rockstar acclamate. Ma questa disponibilità caratteriale, unitamente alla sua crescente agiatezza, finì per attirare anche personaggi discutibili, e Bolin si ritrovò circondato da figuri che erano diventati suoi amici solo per sfruttarne le debolezze.
I PROBLEMI CON LA DROGA
Bolin e Hughes avevano già cominciato ad avere esperienze con l’eroina, e nel periodo Purple ciò divenne ancora più frequente. I due vennero per questo in parte emarginati dal resto del gruppo. La droga accentuò le incomprensioni col resto del gruppo, che alla fine prevalsero. Durante un’esibizione, in un momento in cui era in preda agli effetti dell’eroina, Bolin si accasciò sulla scena. Il 15 Marzo 1976, David Coverdale, furibondo, lasciò il palco nel bel mezzo del concerto di Liverpool, rifiutandosi di tornare sui suoi passi. Quella fu l’inizio della sua fine e la separazione dai Deep Purple.
LA TOMMY BOLIN BAND
Dopo l’uscita dai Purple, Bolin formò la Tommy Bolin Band, con un gruppo di musicisti d’ eccellenza: Norma Jean Bell (ex-Frank Zappa), Narada Michael Walden (Santana), Mark Stein (Vanilla Fudge), e Jimmy Haslip (Yellowjackets, Allan Holdsworth). Tommy presto riuscì ad ottenere un nuovo contratto con la CBS per dedicarsi alla ripresa della sua carriera solista.
Con la nuva band incise “Private Eyes” nel 1976, disco che gli permise di aprire i concerti di Jeff Beck. A Miami, nel primo ed unico nonché ultimo concerto, durante l’esecuzione del brano “Post Toastee”, le luci dell’audience si accesero proprio mentre Bolin era impegnato nel suo assolo principale. Lui gridò nel microfono “TURN THE LIGHTS DOWN!”, e questo è perfettamente udibile nella registrazione del concerto. Nonostante questo continuò il suo concerto con tanto di finale sontuoso della band.
Terimata la performance e trasferitosi al Newport di Miami, partecipò ad un party con alcuni amici. Spostatosi in camera sua per una telefonata, perse conoscenza a causa del mix di whisky, champagne, eroina e cocaina. Un mix letale per il giovane chitarrista: quando venne chiamata l’ambulanza non c’era più nulla da fare.
Spirò a soli 25 anni alle 7 del mattino del 4 dicembre 1976 nella sua camera del Newport Hotel di Miami.
PENSIERO DI DJ JOLLY ROGER
Bolin fu un chitarrista come se ne sono visti pochi, capace di “vedere” le note una frazione di secondo prima di suonarle. Un musicista che ha lasciato un grande vuoto nel panorama chitarristico rock mondiale. Una stella bruciata troppo in fretta, ma con una luminosità accecante che lo ha portato, anche se per poco tempo, nell’Olimpo del Rock.
Ciao Tommy!
Per oggi è tutto, Dj Jolly Roger vi saluta e vi da appuntamento alle dirette live della nostra radio!
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