Kip Winger appartiene a quella categoria di musicisti a cui non piace vivere di gloria. Ha all’attivo una quantità impressionante di collaborazioni e di album, ma nonostante questo è relativamente poco conosciuto. Così noi di Jolly Roger Radio andiamo avanti nella nostra missione, ovvero quella di dare il giusto valore a grandi musicisti spesso poco conosciuti.
KIP WINGER, UN BASSISTA ALLA RICERCA DELLA MUSICA
Charles Frederick Kip Winger nasce a Denver, in Colorado, il 21 giugno 1961. La musica la ha nel DNA prima di venire al mondo: i suoi genitori erano entrambi musicisti. Potete capire che quando passi una vita all’interno della musica o ne scappi via o ne vieni assorbito: per nostra fortuna accadde la seconda cosa. Così, all’età di 16 anni, Winger iniziò a studiare musica classica dopo aver ascoltato le opere di compositori come Debussy, Ravel e Stravinsky. Cosa particolare, vedendo ora il musicista, è il dove ascoltò questi compositori, ovvero durante le lezioni di danza classica.
Diciamo subito che avere genitori che vivono di musica può semplificare le cose, e molto spesso accadono cose che a noi umani non accadrebbero mai. Il piccolo Kip inviò inviò un demo tape ad Alan Parsons, dal quale ricevette una risposta personale… e scusate se è poco.
INIZI DI CARRIERA E PRIMI SUCCESSI
Da adolescente Winger mise in piedi una band chiamata Blackwood Creek con i suoi fratelli Nate e Paul più l’amico Peter Fletcher. Quest’ultimo arrivava dai Pigmy Love Circus, una band di Los Angeles nata negli anni ’80, e attiva nella scena rock underground di Hollywood. Il progetto non durò molto, visto che ad inizio anni ottanta la band si sciolse. Diede perciò vita alla band Colorado, sempre insieme ai fratelli.
Il primo salto in avanti fu una registrazione live ripreso al Rainbow Music Hall. Si trattava della canzone “Wizard of the Key”, inserita nella compilation “KAZY Thunder on the Mountain” nel 1980. Il pezzo fu segnato a nome Winger, che alla fine era la formazione dei Colorado con un nome diverso.
WINGER, LO STUDIO DELLA MUSICA E LA FAMA
Kip non smise mai di studiare musica, nemmeno quando a New York City lavorò come cameriere ai tavoli, mentre studiava composizione con Edgar Grana. Ne sapeva di musica, ed aveva un gran buon gusto nello scrivere pezzi. Fu così che nel 1984 scrisse la canzone “Bang Bang” per il terzo album dei Kix, intitolato “Midnite Dynamite”. Qui conobbe il produttore discografico Beau Hill, il quale lo propose come turnista di basso e voce in vari dischi.
Notevole, tra queste, la collaborazione con Fiona, cantante e attrice rock americana. Durante una delle session, conosce un giovane Reb Beach, che stava lavorando all’album “Beyond the Pale”. Winger e Beach entrarono subito in sintonia e, presentati l’un l’altro, iniziarono subito a registrare delle demo.
ARRIVA ALICE COOPER
Zio Alice, il quale ha sempre avuto occhio e fiuto per i talenti, preme per conoscere questo Kip Winger e lo convince ad entrare nella sua band insieme al muscoloso Kane Roberts. Con la band in questione firma la svolta Hard n Heavy, dando un grande supporto prima in “Constrictor” nel 1986, e in seguito in “Raise Your Fist and Yell” nel 1987. Il successo è ormai travolgente e il vulcanico Kip ha troppe idee per starsene fermo all’ombra del teatro dell’horror di zio Alice. L’ultimo pezzo in cui parteciperà è “I’m your gun” sull’album “Trash” del 1989, dopo aver già intrapreso una brillante carriera solista.
KIP E I WINGER
Winger tornò a New York per lavorare alle canzoni iniziate anni prima con Reb Beach. Furono raggiunti da Paul Taylor, tastierista di Alice, e dal batterista Rod Morgenstein. Inizialmente pensarono al nome Sahara, ma alla fine lo cambiarono in Winger su suggerimento del saggio Alice Cooper.
Il 10 Agosto del 1988 vede le stampe l’omonimo primo album, che si rivelò subito un successo enorme. Divenne disco di platino negli Stati Uniti e d’oro in Giappone e Canada, mentre rimase in classifica Billboard per 63 settimane. Il platter sfondava sia nelle radio che su MTV con pezzi come “Madalaine”, “Seventeen”, “Headed for a Heartbreak” e ” Hungry”. Nel 1990, la band ricevette una nomination agli American Music Award come “Best New Heavy Metal Band”.
Visto il successo di questo esordio, a fine 1990 rilasciano “In the Heart of the Young”. Il glam rock iniziava a soffrire i colpi di una scena esordiente chiamata Grunge, ma il platter in questione fu un successo clamoroso. L’album fu disco di platino e comprende successi come “Can’t Get Enuff”, “Easy Come Easy Go” e “Miles Away”. Seguirono 13 mesi di tour, durante il quale suonò con Kiss, Scorpions, ZZ Top, Extreme e Slaughter.
Nonostante ciò il Grunge avanzava tipo caterpillar, e il terzo album della band, “Pull”, suonava decisamente diverso. Lo stile glam metal prevalente nei primi due album fu sostituito da uno stile più duro e aggressivo. L’album non ebbe lo stesso successo degli album precedenti dal punto di vista delle vendite, ma ha ottenuto solide recensioni e moltissimi fan lo considerano il suo miglior lavoro. Ma i tempi in arrivo non erano dei migliori…
CARRIERA SOLISTA
Kip aveva capito che il Grunge avrebbe travolto ogni cosa e decise di sciogliere, nel 1994, la band. Iniziò così una carriera solista decisamente difficile da etichettare. Nel 1997 esce “This Conversation Seems Like a Dream”, album più vicino a Peter Gabriel che al mondo del rock. Con “Down Incognito” (“Made by Hand” per mercato europeo), uscito nel 1999, cavalca la moda degli unplugged con un disco che consiste principalmente in versioni acustiche in studio di canzoni dei tre album di Winger. Nel 20001 esce “Songs from the Ocean Floor”, disco controverso, molto lento e forse troppo introspettivo per il grande pubblico.
IL RITORNO DI WINGER
Il tempo passa, il Grunge è morto, bruciato velocemente come i suoi maggiori interpreti. I rockers travolti da quell’ondata grigia hanno sperimentato, si sono guardati dentro, e ora hanno voglia di suonare di nuovo del sano Hard Rock. Kip riunisce così i Winger, unico assente Paul Taylor, e inizia a lavorare ad un nuovo album.
Narra la leggenda che Kip Winger “una mattina si è svegliato e ha sentito il nuovo disco dei Winger nella sua testa, sapendo esattamente cosa voleva farne”. Così, nell’Ottobre del 2006, esce “IV”, un capolavoro. Sicuramente è il suo lavoro più progressive, e i testi sono scritti dal punto di vista dei soldati statunitensi di stanza all’estero. Racconterà in seguito che “è stato ispirato dopo essersi esibito nelle basi militari statunitensi, ed essere stato toccato dalle storie dei soldati che ha incontrato”.
Dopo un anno passato in tour e l’incisione di un live, Kip ha un’altra idea: fondere l’approccio più commerciale, più glam e scanzonato dei primi due album con l’approccio più pensante degli ultimi due dischi in studio. Kip Winger ha dichiarato: “Ho immaginato un disco ottimista e totalmente rock, che fosse un incrocio tra il primo album di Winger e Pull. Io e Reb ci siamo seduti e abbiamo scritto tutta la musica in un mese o giù di lì”. Il disco è incredibile, l’incarnazione di un vecchio e sporco hard rock coi pantaloni nuovi.
ISPIRAZIONI CLASSICHE
I primi tre solisti di Winger misero in luce una mente musicale incrtedibile, impossibile da catalogare. La sua carriera è in effetti un ottovolante senza freni, dove si passa da discese rock a rotta di collo a salite lente, introspettive e difficili: tra queste anche la musica classica. Dopo “From the Moon to the Sun” del 2008, Winger scrive, con Michael Kurek, “Ghosts”, un pezzo sinfonico di trenta minuti scritto per archi, pianoforte e arpa.
Dopodiché Winger compose un’opera in quattro parti intitolata “CF Kip Winger: Conversations with Nijinsky”. Si tratta di una sinfonia destinata a celebrare la vita del ballerino e coreografo Vaslav Nijinsky. Se non è un genio questo qui, amici miei…
RIFLESSIONI DEL MIC
Nato e cresciuto nella musica, innamorato della stressa a tal punto da non poter fare sempre e solo Hard Rock. La sua carriera da rocker ovviamente continua, coi suoi Winger e nuovi album scritti, come “Better’s day coming”, fino al ritorno con Alice Cooper nel 2011.
Ascoltare i suoi lavori coi Winger è emozione pura: si sente l’uomo che scrive per trasmettere emozioni, per raccontare qualcosa. Può darsi che non sia ciò che chiede il mercato ma è proprio quello il bello, perché spesso è ciò che vogliamo noi: sentire una storia in cui immaginarci protagonisti.
Mic DJ vi saluta e vi da appuntamento qui in radio, tra articoli e tanta buona musica.
Roberto Paolo il 8 Agosto 2022
Aspetto questi articoli con ansia perché mi proiettano in mondi sconosciuti, pur conoscendo il contesto.. Eppure c è ancora da imparare..ed esplorare con nuovi ascolti ed infinita curiosità seguendo i preziosi e dettagliatissimi suggerimenti del post. Grazie.